Le mie spiegazioni

Sento il dovere di scrivere per motivare la mia decisione. Non voglio dare importanza a persone che non la meritano, quindi non mi metterò a commentare i comportamenti di chi mi ha urlato contro al telefono o mi ha dato dello stupido.

Voglio solo spiegare, a quei pochi che non hanno mai perso lo spirito giocoso del fantacalcio, perché ho deciso di farmi da parte.

Quello che ho fatto per questo gioco lo sanno tutti, e non ho mai voluto ringraziamenti o medaglie. Arrivato ad un certo punto, però, sono costretto a darmi delle priorità.

Non posso più permettermi di dedicare ore intere del mio sempre minore tempo a organizzare un evento che dovrebbe essere una festa e invece diventa motivo di odio reciproco. Non voglio più dover utilizzare la mia pausa tra il mattino e il pomeriggio a lavoro per preparare in fretta e furia la lista dei giocatori liberi per l’asta, mentre altri la pretendono da me. Non posso più passare ore al telefono a cercare di mettere d’accordo persone che invece che amici sembrano generali di guerra rivali. Non posso più permettermi di essere trattato senza il minimo rispetto da persone che ho sempre rispettato profondamente.

Fin quando ne valeva la pena ho accettato tutto questo con gioia. Ora, non ci sono più le condizioni.

Non amo litigare, e se proprio devo litigare con qualcuno al limite preferisco farlo per motivi seri, non certo per cazzate. Quindi, visto che il tempo libero è sempre di meno e visto che non vale più la pena portare avanti un gioco che gioco più non è, non voglio più dedicargli l’impegno che gli dedicavo prima, sottraendo tempo prezioso agli affetti, alla famiglia e ai miei hobby.

Detto questo, io penso che una pausa fino a giugno non può che farci bene per meditare sui nostri errori, compresi i miei, che sicuramente ci sono stati ma sempre in assoluta buona fede e nel tentativo di andare incontro a tutti. Ad agosto, si deciderebbe con la mente più fredda se c’è ancora lo spirito per andare avanti o meno.

Però, se si vuole finire la stagione, io non faccio saltare il tavolo, ma da oggi in poi voglio essere un semplice partecipante. Tutti siamo importanti, nessuno è indispensabile, quindi credo si possa riuscire ad andare avanti anche senza il mio lavoro. La decisione non spetta a me, io vi ho solo detto come la penso.