LO STESSO DISCORSO VALE PER LA PRIMAVENTUS
La Corte di Cassazione scrive la
parola fine al vergognoso feuilletton: Giraudo e Agricola sono
colpevoli, la Juve vinse 3 scudetti, 1 Champions e 1 Intercontinentale
barando, ma non viene punita per prescrizione del reato
Peruzzi; Ferrara, Vierchowod, Torricelli, Pessotto; Conte (Jugovic dal
43’), Paulo Sousa (Di Livio dal 57’), Deschamps; Del Piero, Vialli,
Ravanelli (Padovano dal 67’). Allenatore: Lippi. Ricordate questa
formazione? È la Juventus che il 22 maggio 1996 vinse la prima e unica
Champions League della sua storia (su quella dell’Heysel, meglio
stendere un velo pietoso) battendo in finale a Roma, ai calci di rigore,
l’Ajax di Van Gaal, Van der Sar, Davids e Litmanen. Giocatore più,
giocatore meno, è lo stesso squadrone che dal ’94 al ’98 – nell’era del
“Lippi-1” – sbaragliò il campo in Italia vincendo 3 scudetti su 4: nel
94-95 (il 23˚), nel 96-97 (il 24˚) e nel 97-98 (il 25˚). Ebbene: per chi
si fosse perso l’ultima puntata del romanzaccio brutto del
Processo-Doping alla Juve retta, già allora, dai signori Moggi, Giraudo e
Bettega, con il rampante Lippi in panchina, telenovela che in questi
giorni ha visto scrivere, finalmente, la parola FINE, la notizia è:
QUELLA JUVE ERA DOPATA.
Al di là di
ogni ragionevole dubbio, la Corte di Cassazione ha stabilito, nero su
bianco, in data 29 maggio 2007, che la Juventus di Lippi e del dottor
Agricola, la Juventus del fantastico tridente Del Piero-Vialli-Ravanelli
(forse la più bella Juve degli ultimi 20 anni), attuò, dal ’94 al ’98,
“un disegno criminoso per alterare le gare attraverso la
somministrazione illecita di farmaci”, in pratica dopando i giocatori
sia con sostanze proibite, sia somministrando farmaci leciti su atleti
sani in modo immotivato. Unico fatto non provato: la somministrazione di
eritropoietina (Epo). In pratica, la Corte di Cassazione ha stabilito
in via definitiva che la Juventus, nelle persone di Antonio Giraudo,
amministratore delegato, e Riccardo Agricola, responsabile dello staff
medico, commise in modo continuato, per 4 stagioni, il reato di frode
sportiva violando la legge 401 dell’ 89. Sentenza definitiva che aggrava
quella del Tribunale che come ricorderete aveva condannato solo il
medico Agricola assolvendo con formula dubitativa Giraudo. Per la
cronaca: grazie all’avvenuta prescrizione del reato – sopraggiunta lo
scorso 1 aprile 2007 – la Juve, pur colpevole, non può più essere
punita.
Ma c’è di più. Secondo i giudici
della Corte di Cassazione, anche i giocatori (citiamo testualmente) “non
possono essere considerati semplici vittime” dell’operato della
società. In pratica, è difficile credere – così almeno pensano i giudici
– che le pratiche-doping del dottor Agricola, così lunghe, sistematiche
e pesanti, siano state portate avanti senza che i giocatori si
rendessero conto di quanto stava loro accadendo. E insomma, delle due
l’una: o quella Juventus era una squadra di giocatori tonti, al limite
dell’insufficienza mentale, che non si accorgevano di essere vittime di
spericolati e scriteriati trattamenti medici, da Peruzzi a Vialli, da
Ferrara e Paulo Sousa, da Deschamps a Del Piero; oppure l’allegra
combriccola dei giocatori juventini, quelli che sfilarono tremebondi in
tribunale balbettando tanti “non ricordo”, era complice, e consenziente,
delle sconsiderate pratiche di Agricola & Company.
Proprio questa, a nostro avviso, è
la novità vera che i giudici della Corte di Cassazione hanno introdotto
nelle loro motivazioni. A questo punto, gli sportivi italiani (e perché
no?, anche i tifosi juventini) si attendono una netta, precisa e chiara
presa di posizione da parte dei campioni bianconeri di allora: Vialli e
Del Piero, Ravanelli e Di Livio, Ferrara e Paulo Sousa devono spiegare,
appunto, se ai tempi in cui la Juventus li dopava – com’è ormai
accertato e stabilito – loro sapevano ed erano consenzienti, oppure no:
nel qual caso, sono stati vittime di spericolati trattamenti, cavie di
immorali esperimenti, che non avevano alcuna giustificazione medica e
che hanno messo a grave repentaglio la loro salute e la loro vita (a
proposito: siamo proprio sicuri che tra la gratuita e sistematica
somministrazione di anti-depressivi praticata alla Juve e le
disavventure capitate, l’estate scorsa, a un ex giocatore, ora
dirigente, non ci sia alcun nesso?). Insomma: fossimo in loro, saremmo
quantomeno arrabbiati (eufemismo) con i signori Giraudo e Agricola.
Il sipario che la Corte di
Cassazione ha fatto calare sul vergognoso feuilletton ristabilisce, se
non altro, alcune verità. La prima è che i 3 scudetti vinti dalla
Juventus di Lippi tra il ’94 e il ’98 sono scudetti fasulli, diremmo
anzi disonorevoli, di cui la Juve si dovrebbe vergognare e che dovrebbe
restituire; scudetti che restano negli Albi d’Oro solo per prescrizione
del reato, ma dai quali qualunque sportivo dotato di un minimo senso
morale dovrebbe prendere le distanze (lo stesso dicasi, naturalmente,
per la Champions League e la Coppa Intercontinentale vinte dalla
Juventus nel 1996: trofei che andrebbero restituiti, con tante scuse,
all’Ajax e al River Plate, e cioè ai loro legittimi vincitori morali).
La seconda verità è che la Juventus che Umberto Agnelli decise di
affidare chiavi in mano, nell’estate del ’94, alla leggendaria Triade
composta dai gentiluomini Moggi, Giraudo e Bettega, è stata per 12 anni –
12 anni lunghi e bui – la Casa degli Orrori del calcio italiano, il
luogo dove venivano perpetrati, messi a punto e realizzati i più orrendi
“delitti sportivi” che mente umana abbia mai concepito. Dai giocatori
dopati agli arbitri telecomandati, una vergogna senza fine, una vergogna
senza limiti, una vergogna che nessuna sentenza di condanna potrà mai
cancellare.
Coraggio! Per 12 anni ci hanno
rifilato un polpettone avvelenato. Oggi che i giudici ce lo hanno messo
nero su bianco, almeno non facciamo finta di niente…
8 commenti:
IL DISCORSO VALE PER I VARI LEGROTTAGLIE PORTANOVA ROSSETTINI PACI...E TERZA CATEGORIA DI SEGUITO
ma che centra tutto questo con il fantacalcio??!! vergognati!!
l'hai digerita la limonataaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa?
QUESTI GIOCATORI SONO CAMPIONI D'ARIELLA......
HAHAHAHAHAHAHHAHAHA
Giusè acchiappiti chisti............Prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr con limonata.............................................................................................Prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr
ahahahahahhahhaahhaa
la vergogna è per chi non si firma ;-)
cmq ci vediamo al club cia
relazione del procuratore federale Stefano Palazzi, sulla vicenda Calciopoli 2. Una relazione molto dura specialmente nei confronti dell'Inter e in particolare del suo ex presidente Giacinto Facchetti. Per il procuratore federale gli avvicinamenti di Facchetti nei confronti dei designatori Pairetto e Bergamo avrebbero configurato se analizzati nel 2006 il reato sportivo di "illecito" anche in considerazione del fatto che le telefonate del presidente nerazzurro arrivavano sempre in corrispondenza delle gare che riguardavno gli arbitri e gli assistenti che avrebbero diretto le gare dell'Inter. Per questo nella sua relazione Palazzi, nelle 24 pagine dedicate all'Inter sottolinea come la responsabilità dell'Inter sarebbe - se non coperta dalla prescrizione salva tutti (anzi quasi) - una responsabilità "diretta ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale, mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparizalità e indipendenza in violazione del pre vigente articolo 6 del codice di giustizia in vigore all'epoca e oggi sostituito dall'articolo 9". Per l'Inter, secondo Palazzi, "responsabilità diretta e presunta". Per il presidente Moratti, invece, il rilievo mosso è di violazione dell'articolo 1.
Pesantissimo anche il giudizio integrativo riguardo a Meani, le cui azioni dirette a condizionare arbitri e guardalinee in telefonate davvero pesanti sono solo in parte coperte dal giudicato del 2006. Palazzi conferma la sua visione sul Milan: le condodtte di Mani erano da "illecito sportiivo" anche se gli organi giustizia sportiva avevano poi smussato e ridotto la posizione del Milan fino ai soli 8 punti di penalizzazione nel campionato successivo.
Scudetto 2006. Quanto all'esposto della Juventus, con richiesta di revoca dello scudetto 2006 assegnato all'Inter, Palazzi spiega che non si può più intervenire per via disciplinare. Ma alla luce del parere del collegio dei saggi, nominato dall'allora commissario federale Guido Rossi, la decisione di eventuale revoca può spettare solo al consiglio federale, che ne discuterà nella seduta programmata il 18 luglio.
Palazzi spiega poi quali sarebbero stati i suoi provvedimenti. Assoluzione
Zamparini (Palermo) e Zanzi (Atalanta) perché i loro colloqui con gli allora designatori - Bergamo e Pairetto - sono irrilevanti.
Violazione dell'articolo 1 (slealtà sportiva) per Cellino (Cagliari), Campedelli (Chievo); Foschi (Palermo), Gasparin (Vicenza), Governato (Brescia), Corsi (Empoli), Spalletti (Udinese).
Colpevoli di illecito: Spinelli (Livorno), Facchetti (Inter)
“Questo Ufficio ritiene che le condotte in parola siano tali da integrare la violazione, oltre che dei principi di cui all’art. 1, comma 1, CGS (codice di giustizia sportiva, ndr), anche dell’oggetto protetto dalla norma di cui all’art. 6, comma 1, CGS, in quanto certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale F.c., mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità ed indipendenza, che devono necessariamente connotare la funzione arbitrale. Oltre alla responsabilità dei singoli tesserati, ne conseguirebbe, sempre ove non operasse il maturato termine prescrizionale, anche la responsabilità diretta e presunta della società ai sensi dei previgenti artt. 6, 9, comma 3, e 2, comma 4, CGS“. Stefano Palazzi - Procuratore Federale della FIGC
PER NON DIMENTICARE!!!!
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